Le sabbie mobili dietro l'angolo....
Venerdì un solo imperativo: vincere
“Sono molto deluso e arrabbiato, devo commentare una partita che abbiamo perso ma che meritavamo di stravincere”. Non ha usato giri di parole mister Nicola Legrottaglie a fine gara per fotografare il sesto ko di fila del suo Pescara in trasferta. Vero, il Pescara non avrebbe meritato la sconfitta ma l'indice di pericolosità del Pescara è stato ancora una volta basso. Tanto possesso palla, forcing continuo nella ripresa, ma alla fine dei conti 2 vere palle gol.
A Cremona è finita 1-0 per i locali, con gol decisivo dell'ex Luca Valzania a mettere nei guai il Delfino. Sì, perchè adesso la zona playout dista solo 3 punti e con un calendario tutt'altro che facile all'orizzonte la rincorsa alla permanenza in B si complica. E parecchio. Allo Zini, il Pescara è andato sotto dopo 5 minuti e ha pagato dazio ad un approccio molto soft, salvo poi prendere in mano le operazioni in campo e cingere d'assedio la Cremonese senza però riuscire a trovare la via della rete. Un problema quello dell'astinenza da gol. Se si eccettua la prima gara post pausa Covid, il Pescara in 3 partite ha siglato appena 2 reti: il capolavoro balistico, bellissimo ma inutile, di Clemenza a Pisa e il rigore di Maniero con l'Empoli. Troppo poco. Se il capocannoniere Galano è appannato, penalizzato dai continui cambi di posizione all'interno dei moduli adottati che non ne esaltano le qualità, e se Memushaj vive un momento di stanca della sua stagione, ecco che una squadra discreta diventa fragile.
Legrottaglie le ha provate tutte: cambia uomini e modulo in corso d'opera sin troppo spesso (a Cremona ha modellato anche un Pescara ultraoffensivo nel finale) ma il gol è rimasto una chimera. La difesa incassa sempre, ma parodossalmente oggi il problema è un altro: non tanto i pur tanti gol subiti, ma la scarsissima prolificità di quella che resta una cooperativa del gol. Ma se si ferma Galano (e purtroppo si è fermato in termini realizzativi da un po') sono guai. A fronte di una squadra che sembra stare atleticamente molto bene, Galano e Memushaj sono in debito di ossigeno e lucidità: un bel problema. Il Pescara è poi alle prese con parecchi enigmi, tattici e tecnici. .embed-comment-icon { display:inline-block; width:20px; height:20px; background-color:transparent; background-repeat:no-repeat; background-size:20px; background-position:center; transition:background .1s ease-in; position:relative; top:5px; background-image:url("data:image/svg+xml;charset=utf8,%3Csvg%20xmlns%3D%27http%3A%2F%2Fwww.w3.org%2F2000%2Fsvg%27%20viewBox%3D%270%200%2020%2020%27%3E%3Cpath%20d%3D%27M5%202h9q.82%200%201.41.59T16%204v7q0%20.82-.59%201.41T14%2013h-2l-5%205v-5H5q-.82%200-1.41-.59T3%2011V4q0-.82.59-1.41T5%202z%27%20fill%3D%27%2382878c%27%2F%3E%3C%2Fsvg%3E") } @media screen and (min-width: 481px) { .slyvi-news-embed-wrapper img { max-width: 250px; } } sono finiti, ad esempio, Bojinov, Palmiero, Del Grosso e Melegoni? Possibile che non possano essere utili nemmeno nelle situazioni di assalto disperato come a Cremona?
Vediamo un po' di numeri, adesso. Prima dello stop i biancazzurri erano in caduta libera (una vittoria in 6 gare, media 0,50 punti a partita), dal giorno della ripresa hanno invece totalizzato 4 punti (un successo con la Juve Stabia, due sconfitte, a Pisa e Cremona, e il pari fa con l’Empoli): non un grande bottino, ma ad oggi il successo al debutto bis contro le Vespe campane risulta la vittoria più importante dell'anno. Era un vero e proprio scontro diretto, senza quella vittoria le sabbie mobili della classifica avrebbero già risucchiato il Delfino. Che adesso non può e non deve comunque abbassare la guardia. Accantonati i sogni playoff, c'è una salvezza da conquistare il prima possibile. E per farlo servirà migliorare in primis il rendimento esterno. Il Pescara è infatti reduce da ben 6 sconfitte esterne di fila: l'ultimo risultato utile è il 2-0 a casa del Pordenone, il 25 gennaio scorso per l'esordio assoluto di Legrottagloie in panchina. Una vita fa. Da quel giorno, la squadra non è mai stata capace di mantenere la porta inviolata: Nelle 11 gare successive al blitz in terra friulana, il Pescara ha subìto ben 21 gol. Un'enormità. 4 successi, 1 pareggio e 7 sconfitte nella gestione Legrottaglie. Senza nulla togliere al nocchiero pugliese, forse il problema del Pescara non era Luciano Zauri, che ha probabilmente pagato rapporti ormai logori con lo spogliatoio più che suoi errori. E, come il successore, un mercato pessimo. Ma guardiamo avanti.
In Lombardia, nell'ultimo match, servivano punti per classifica e morale, ma anche per celebrare la prima, storica promozione in A del Pescara, quella del 3 luglio '77, e per festeggiare il compleanno numero 84 del club, nato il 4 luglio del 1936. Missione fallita ma non c'è tempo per le recriminazioni: adesso c'è una settimana di lavoro intenso per preparare la sfida interna al Perugia, altra grande in crisi del campionato. Non vincere dipingerebbe scenari davvero foschi all'orizzonte....
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